Votes taken by Baciccia_Samp

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    Sottoscrivo in toto l'analisi di Ciano, aggiungendo la postilla che Jorginho è stato schiacciato proprio da quegli interscambi tra Dani Olmo e Oyarzabal nelle sue zone di ricezione ideali, non avendo il riferimento "classico" del centravanti da affidare ai due centrali difensivi si finiva in una sorta di "risucchio" - come detto in TAG, se mettiamo Fornals al posto di Ferran e Ceballos per Pedri, ieri Luis Enrique se l'è giocata col quadrilatero offensivo con cui De La Fuente risolse il problema-nueve della Spagna Under 21 una ventina di mesi fa, sacrificando il disastroso Borja Mayoral dei primi due match contro Italia (aridaje) e Belgio, ed anche allora quel cambio strategico non andò malissimo alle Furie Rosse... D'accordo anche su Saul, visto il coraggio controcorrente palesato alla vigilia poteva provare a fregarsene dell'involuzione patita agli ordini di Simeone, anche se poi si sarebbe ridotto lo spazio per il maghetto di Tegueste
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    "Qualcuno ha notato l'Europeo fatto da un ragazzo di 18 anni di nome Pedri? Nemmeno Don Andrés Iniesta ha fatto cose del genere. Quello che ha fatto in questo Europeo, a 18 anni, non si è mai visto nella storia della competizione, ma anche in quella dei Mondiali o delle Olimpiadi. È qualcosa fuori da ogni logica. Felicissimo che molti salgano sul carro".

    Luis Enrique, conferenza stampa post-partita, a cui si aggiunge (credo) qualsiasi appassionato di calcio
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    La roba davvero "divertente" (ma sarebbe meglio sostituire deprim- a divert-...) è che questo gruppo di indolenti rinunciatari, figli culturali dell’opulenza globalista (?!?!), che non provano vergogna nel farsi fotografare in una vasca come fashion-froci mechati e patinati ma soprattutto, diciamola tutta, sporchi negri che imbastardiscono la purezza d'Albione (magari studiare la storia sullo stanziamento delle popolazioni celtiche aiuterebbe...) ormai da un decennio (vado a memoria, ma in Russia si permisero di presentarsi addirittura in undici su ventitré, che oltraggio!), se non si suicideranno contro una modestissima versione dell'Ucraina, finiranno per la seconda volta consecutiva tra le prime quattro di una manifestazione internazionale dopo aver dominato a livello giovanile e fatto risorgere un movimento incancrenito che oltre a cantare l'inno con fierezza e spezzare caviglie agli avversari, non sapendo domare quella stramba sfera di cuoio in altro modo, ha fatto RIDERE IL MONDO per un trentennio buono (e mi tengo basso) dopo aver rubacchiato un Mondiale casalingo ed aver subito una lezione di calcio appena una ventina di mesi dopo da quella banda di zingari ingrati guidata dal saltatore di birilli statici (ma patriottici, ci mancherebbe) nomato Dragan Dzajic...

    Porca troia, siamo giunti nel 2021 e ci trastulliamo ancora nel tirar banane a Viv Anderson o nel non esultare se John Barnes dribbla tutti al Maracanã mentre sugli spalti sparuti coglioni del National Front lo dileggiano... L'Orgoglio Patrio (!!!), nel 2021 :face:
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    CITAZIONE (Hero of Sky @ 29/6/2021, 11:53) 
    www.rivistacontrasti.it/inghilterr...premier-league/ non sorprendentemente, mi trovo d'accordo anche con le virgole

    Appppperò, una variegata accozzaglia (dài, l'avrai mica scambiato per un articolo?!) di luoghi comuni e "concetti" (?) buttati lì un tanto al chilo in una maniera che avrebbe imbarazzato persino Francesco Borgonovo, noto produttore di letame confezionato à la Manzoni (Piero): se ne sentiva davvero il bisogno, grazie a te ed al prode Lorenzo Ottone, soprattutto per la mancanza di vergogna
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    Purtroppo è un'onda che non si può arginare, e la presunta "rivoluzione" richiesta dai super-debitari aka gestori incompetenti (perché di questo si tratta: non se ne salva mezzo, persino tra i tedeschi) rappresenterà solo la definitiva caduta del velo di pelosa ipocrisia che ammanta un prodotto (perché, aridaje, di questo si tratta) che di equo, sostenibile, popolare e chissà quale altra minchiata non ha niente da venticinque anni a questa parte, e giusto per tenersi bassi con la storicizzazione. Probabilmente non è neanche un male, nel senso che lo spartiacque-Bosman era un qualcosa che nel mondo attuale non si sarebbe più potuto procrastinare, e tutto ciò che ne è scaturito (nel combinato disposto con l'esplosione dapprima del mercato televisivo, ed oggi delle nuove piattaforme) era solo una logica conseguenza.

    Nel bene come nel male, la mia mente mi suggerisce che il treno della globalizzazione non lo puoi fermare, mentre il cuore mi sussurra all'orecchio le parole di Jurgenio (magari non in toto, visto che anche il digrignatore di denti tiene famiglia...) e mi esorta a recuperare i filmati che mi spinsero in passato ad amare questo sport (trovassi la vhs di Anderlecht-West Ham 1976 sarebbe mica male, peccato che poi toccherebbe trovarmi un videoregistratore...). Nel frattempo, tra i chilometri di inutile retorica che hanno soffocato le cronache in queste ultime quarantott'ore, vi invito a leggere questo articolo, da cui stralcio questo sacrosanto dato di fatto (postilla a margine: agli smanettatoni devoti alla religione "Grandi Club = Grande Spettacolo", faccio sommessamente notare che al quindicesimo Real-Liverpool, oltre all'ignobile "gioco" presentato dai protagonisti, ti rompi le balle a causa del deja-vù tanto quanto il decimo Olympiakos-CSKA nella fu emozionante pallacanestro, la quale quantomeno si difende per caratteristiche di intrinseca spettacolarità di natura oserei dire ontologica...):

    "Il modello-Uefa innescava un circolo virtuoso (bacino – competitività – partecipazione Champions – risultati Champions – ricavi – capacità di investimento sul calciomercato – maggiore competitività – allargamento del bacino) che ha tagliato fuori le società meno ricche, concentrando ricavi e titoli in una élite. Ne è conseguita una perdita tangibile di incertezza. Nel decennio 2009-2019 l’82,5 per cento delle semifinaliste Champions League appartiene alla top-10 della Money League, il 97,5 per cento alla top-20 e, in termini geografici, il 97,5 per cento proviene da campionati Big-Five. Nel decennio precedente, il ventaglio delle semifinaliste era decisamente più ampio, includendo club come Leeds, Porto, Valencia, PSV Eindhoven, La Coruna, Villareal, Bayer Leverkusen, Monaco, mentre nel 1989-1999 addirittura una su quattro proveniva da leghe non-Big-Five.

    Anche nei campionati, una squadra (la Juve) ha vinto gli ultimi 9 scudetti in Serie A, in Germania il Bayern gli ultimi 8, in Francia 7 degli ultimi 8 il Psg, mentre in Spagna solo un anno, negli ultimi 15, l’Atletico ha spezzato il duopolio Real-Barça"


    FONTE & ARTICOLO COMPLETO: https://www.lavoce.info/archives/73723/vin...7b5yTJePrTBLzwU
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    Discreto manageriale, vi lascio il link e la descrizione - di buono c'è che non c'è nulla da pagare né da scaricare, certo bisogna fare un po' di pratica per capire come funziona l'editor tattico, ed all'inizio ci vuole taaaanta pazienza

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    Il post di Ciano è da applausi, ci fossero due pollicioni da accendere li userei senza avarizia, giacché ho provato autentica goduria intellettuale nel leggerlo pur avendo un’opinione molto precisa su cholismo & affini (credo si possa intuire, non serve scendere in dettagli). Sul quarto di finale che dire, a memoria è stata in assoluto la peggior prestazione dei Colchoneros nell’ultimo triennio (mi tengo basso); al netto di un calcio assolutamente ingiudicabile seguendo qualsiasi parametro classico (la differenza di condizione fisica mai come in questo post-covid sta facendo sentire il suo peso, come dice Albo sardonicamente “è calcio d’agosto”, il fatto poi che le tedesche sarebbero arrivate meglio di tutti, le spagnole molto meno e le italiane sfibrate era una roba talmente evidente e prevedibile che tuttora mi chiedo cosa diamine guardino i nostri analisti da mass media, secondo cui le nostre avrebbero avuto addirittura il vantaggio del rodaggio rispetto a squadre che non giocavano da settimane se non mesi :face: per ritornare su questa partita, a marzo l’Atletico avrebbe eliminato il Lipsia 110 volte su 100 tentativi, garantito al limone), ciò che a mio avviso va sottolineato è la débâcle tattica di Simeone, il quale ha toppato proprio nell’aspetto in cui spesso ha primeggiato rispetto all’avversario, ossia la lettura preventiva delle situazioni in cui scegliere di “soccombere” per poi avere vantaggi negli aggiustamenti posizionali da attuare in fase difensiva.

    Banalmente basterebbe dire che se fai catenaccio e nonostante questo riesci ad essere SEMPRE in inferiorità numerica praticamente ovunque sul campo a naso hai sbagliato qualcosina (…), ma è interessante capire come possa essere successo: la fluidità con cui Nagelsmann ha impostato una sorta di 3-3-3-1 in cui Laimer passava da mediano a quinto di centrocampo a seconda della fase di possesso (il vero “presidiatore” centrale è stato Kampl, equilibratore diligente del sistema), Olmo e soprattutto Sabitzer si scambiavano i compiti e con i loro movimenti ad elastico entravano dentro al campo e/o davano ampiezza, mentre a turno il terzo di difesa si sganciava in avanti per riempire l’area (marchingegno tattico ormai piuttosto consueto nel panorama continentale, ma senza avventurarci troppo lontano citofonare Gasperson… Il gol che ha sbloccato il match è nato proprio dal coraggio di Halstenberg nello spezzare le linee di pressione avviando l’azione con una conduzione volendo anche rivedibile). Il risultato? I proverbiali raddoppi laterali dei madrileni sono andati a farsi benedire, ed anche nelle rare volte in cui si riuscivano ad occupare gli spazi da coprire in maniera accettabile (anche grazie ai limiti tecnici dei tedeschi, calciatori globalmente piuttosto ordinari checché ne dicano gli intenditori; d’altronde intuire i corridoi di passaggio ideali è roba per quelli forti veramente), ai lattinari bastava tornare indietro e ricominciare, tanto quelli in maglia nera tendevano ad allungarsi girando a vuoto aggredendo male in avanti con un pressing totalmente scoordinato sulla prima costruzione causa (anche) pedine inadeguate.

    Se la succitata condizione fisica t’impedisce di conquistare una diamine di seconda palla e ti ritrovi otto uomini (!) nei tuoi trenta metri difensivi, il minimo che tu possa fare nella fase attiva (taccio sullo spreco del povero Saul...) è ricercare un uomo tra le linee (strano il baricentro si sia alzato con Joao Felix, ma chi l’avrebbe mai potuto immaginare…) per accorciare le distanze chilometriche con gli attaccanti (sulla scelta degli uomini stendiamo un velo pietoso… Llorente manco lo commento, c’è chi ha vinto una partita schierando Icardi ala senza che nessuno gli stracciasse il patentino al fischio finale, mentre l’insistenza per Cagno Costa, specie quando ti ritrovi contro Upamecano, giocando di fatto in dieci per settanta minuti, è un qualcosa al confine tra la patologia ed il masochismo puro, son bastati un paio di movimenti tutto sommato grossolani azzardati da Morata per far emergere il reale valore del toppppleier difensivo transalpino) e provare a creare almeno un grattacapo su una catena laterale, specie a sinistra. Lungi da me snocciolare dati da ultimouomista, ma quasi tutti i già sparuti key-passes son arrivati da Renan Lodi: come è possibile che una volta uscito Laimer il Cholo non sia riuscito ad intuire il possibile mismatch (Adams è un semi-pupillo, ma oltre che meno smaliziato è molto più internal minded nell’approccio rispetto all’austriaco, infatti ci si aspettava entrasse Mukiele per tamponare l’unica ma palese falla del piano strategico nel momento di maggiore difficoltà del Lipsia), insistendo maggiormente sugli interscambi tra il brasiliano e Carrasco, specie quando Sabitzer non ne aveva più per dare una mano? Mistero della fede.

    Poi vabbé karma is a bitch e ti ritrovi eliminato proprio sul tuo territorio di battaglia, ovverossia da una compagine che la porta l’ha vista pochissimo (guanti immacolati per Oblak, ma come dicevo la qualità degli interpreti è quella che è: ormai in queste coppe europee con le loro formule ridicole possono far bene cani e porci, ma per trovare una semifinalista di Champions dal livello tecnico tanto basso temo bisogna restare in Germania e risalire a nove anni fa: sarà mica che quando i valori della rosa latitano avere idee tattiche aiuti un pelino, si voglia chiamarlo gegenpressing o meno?...), inflessibile nel commettere più falli (taluni di mera intimidazione, chiedere conferme a Lodi), brava perlopiù a speculare sulle seconde palle, massimizzando una ripartenza conclusa da un tiro mal calibrato e da una deviazione che ha messo fuori causa il portiere, ma se Lipsia-Atletico Madrid è terminata 2-1 in modo se vogliamo casuale, il resoconto della sfida Nagelsmann-Simeone è un impietoso eppur netto 5-0.
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    Due nomi che ci stanno, anche se Jules non è un fenomeno di atletismo come loro - per quanto concerne il modo di interpretare il ruolo, mi sento di scomodare un'altra pippa: Thiago Silva. Una cosuccia da niente, visto che a mio modesto avviso il brasiliano è stato per distacco il miglior difensore centrale della sua generazione, e non c'è collezionista di tituli e/o recordman di Champions & affini che possa reggere il confronto individuale, ma a prescindere da questi discorsi l'ho citato solo perché tra tutti i profili giovani lui mi sembra quello superiore a tutti nelle letture, specie su quelle da "improvvisare" al momento, giacché offre (quasi) sempre la sensazione di avere il cervello collegato col resto del corpo.

    Purtroppo però l'handicap strutturale costituito dal fisico permane: non si tratta banalmente soltanto del gioco aereo (dove riesce a sopperire grazie a un tempismo che farebbe invidia a molti inguardabili perticoni miracolati da madre natura; certo poi quando dal corner deve arginare un cristone del Copenhagen che arriva in corsa ad impattare la sfera so' cazzi...), ma proprio della forza d'urto; sia in Ligue 1 che in Spagna spesso ha incontrato difficoltà quando un centravanti smaliziato lo utilizzava a mo' di perno per schiacciarlo a ridosso dell'area piccola. Insomma, talvolta la stazza ridotta tende ad inficiare anche la suddetta intelligenza posizionale, nel senso che in taluni frangenti sembra lasciarsi ingolosire dalla palla quasi per necessità (aspetto positivo quando si tratta di proteggere meramente la porta sguarnita, in questo senso è il miglior amico dei portieri spericolati nelle uscite - Costil dovrebbe pagargli più di una cena - ), accettando show rischiosi alla ricerca dell'anticipo più per "scappare" dai mismatch fisici che a causa di errori nella valutazione; se soffri maggiormente Dzyuba o Sotiriou (ed anche in alcuni contrasti con Cagno Costa pareva rimbalzasse) rispetto a Cavani o Mbappe certi dubbi tendi a porteli...

    Al netto di tutto, però, a me il ragazzo piace molto anche sul piano della personalità: oltre al mal di mare che gli fece venire Matheus Aias in Copa Del Rey, firmando una clamorosa eliminazione agli ottavi (a memoria, la peggior prestazione che gli ho visto fare nell'ultimo biennio) senza offrirgli punti di riferimento per l'intera prima frazione, un paio di mesi prima ha reagito molto bene all'esordio-shock in campionato (il quarto d'ora scarso con l'Espanyol per guadagnare tempo verso il fischio finale manco lo considero) sul campo dell'Eibar, allorquando subentrando all'infortunato Carriço con il Siviglia in vantaggio 2-0 a metà ripresa si è presentato ai nuovi tifosi intervenendo troppo energicamente su Orellana neanche due minuti dopo, causando il rigore e di fatto l'inizio dell'inesorabile rimonta druida (2-3 il risultato finale). Una roba del genere taglierebbe le gambe al più esperto degli stopper, lui invece da quel momento si è preso il posto da titolare mettendo a tacere i dubbi degli scettici. Nel desolante panorama attuale, laddove tra i coetanei basta essere un culturista prestato al calcio per giustificare quotazioni di mercato ai limiti della pura idiozia, fatta salva la gracilità me pare essere potenziale da top. Sì, intendo anche come risposta a Lenglet in un'ipotetica coppia tutta transalpina in maglia blanca con Varane
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    Confesso che avrei voluto aspettare quantomeno domani prima di rispondere alla domanda di Fede sui "nuovi" brasiliani della colonia ucraina, ma poi ripensandoci si può rischiare: nella peggiore delle ipotesi, un passaggio del turno per Chiesalo & C. sarebbe sì sgradito, ma non da taglio delle vene. Scrivo in questo topic perché al momento è quello che mi convince maggiormente: Dodò dovrà assimilare ancora parecchi rudimenti (suppongo l'abbiate sospettato contro l'Atalanta...) prima di risultare presentabile in fase difensiva (come Marquinhos Cipriano, d’altronde, che stanno provando a trasformare in terzino pur essendo di fatto un’ala), ma a prescindere da quello ho il timore che la possanza (…) da Natanael de’ noantri possa comunque precludergli l’accesso ai livelli superiori. Sia chiaro, anche nel caso di Marcos Antonio c’è ancora parecchio da lavorare/sgrezzare/limare, ma le premesse sono abbastanza incoraggianti (per quanto anche con lui Madre Natura avrebbe potuto essere un attimo più generosa in materia di centimetri e soprattutto muscoli: ammazza che avarizia con quelli dotati di piedi mediamente dritti…).

    Mezzalina di discreta personalità, si sta gradualmente guadagnando i galloni da titolare (a proposito, qualora vi capitasse di entrare nel magico mondo degli streaming orientali, buttate un occhio anche sul pronunciabilissimo mancino Oleksandr Pikhalyonok: siamo a chilometri di distanza dal nostro Ruslano, ma sembra essere qualcosa di più gradevole del vellutato Stepanenko), specie dopo il convincente subentro grazie a cui i Minatori son riusciti a ribaltare la Dynamo a fine maggio. Sapete che non amo i paragoni, ma se proprio mi dovessero puntare la pistola alla tempia direi s'intraveda qualcosina di Haidara, con una spruzzata di tecnica in più e qualche gradazione inferiore (diciamo parecchie, ad oggi) di impatto fisico, sia in termini di struttura naturale che di “presenza” all’interno del match, per tacer dell’esplosività. Cosa manca in particolare? In chiave di sviluppo della manovra è ancora acerbo, tende a ritardare i tempi di rilascio del pallone e ciò talvolta pregiudica la velocità della stessa, oltre ovviamente a creare pericoli in caso di pressione avversaria nella costruzione dal basso (beccandosi anche qualche cartellino gratuito per porre rimedio ad una lettura superficiale). Inoltre, si può senz’altro migliorare nell’accompagnamento delle trame offensive, ma a naso credo sia proprio un discorso di timing da acquisire negli inserimenti senza palla grazie ad un minutaggio via via più robusto; non a caso con il maggior utilizzo accordatogli da Luis Castro recentemente si sono riscontrati progressi, specie quando riesce a recepire gli inviti in taglio di Taison (vedasi le convincenti esibizioni con il Kolos Kovalivka). Peraltro a memoria non ho mai avuto modo di vederlo in Sudamerica, ma secondo me a quelle latitudini era abituato a giocare molto più bloccato, magari da volante, si intuisce in alcuni posizionamenti e nella ricerca di alcune zone di ricezione.
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    Purtroppo adesso è ufficiale: è tornato in Slovenia, la sua stagione può considerarsi finita in anticipo. Francamente stenderei un velo pietoso tanto sulle illazioni da bar quanto sull'inevitabile sciacallaggio mediatico, giacché a mio modesto avviso persino quando si tratta di personaggi pubblici milionari vi sono confini che sarebbe eticamente corretto non oltrepassare, senza contare il fatto che, in generale, un atleta vada giudicato esclusivamente in rapporto a quanto riesce a combinare sul campo da gioco; il resto lasciamolo agli psicologi da tastiera. In quest'ottica, "Josip Ilicic" è la mia personale risposta alla domanda "tra tanti calciatori visionati in giro per l'Europa, qual è il tuo preferito tra quelli attualmente in attività?"

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    Mah dipende, francamente non mi sentirei troppo tranquillo, un Kimmich come jolly polivalente dalla panchina ed un Alaba da mettere in concorrenza con Emerson lo firmerei, posto che l'anno prossimo Biraghi va promosso titolare: se l'è guadagnato sul campo. Poi Lukaku deve rifiatare, un triennale per utilizzare Cavani in Coppa Italia ci starebbe tutto. Handanovic ha appena spento trentasei candeline, visto che il budget lo consente un Ter Stegen di scorta aiuterebbe in prospettiva futura. A questo punto immagino che questi tre mesi di elemosina per raccattare un doppio sconto dagli agenti di Sanchez e dal Manchester United per il cartellino fossero una strategia ingannevole per piazzare i colpi Messi e Kante e sorprendere la concorrenza
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    CITAZIONE (Ciano @ 30/7/2020, 17:31) 
    Mi aspetto la Flop 11.

    Bella idea, comincio io - sarei davvero curioso di leggere le vostre formazioni, sia Top che Flop, anche senza pistolotto sulle motivazioni.

    Il modulo? Domanda retorica, il mio amato 4-2-3-1, con tanto di doble pivote bloccato:

    Meret
    La tentazione di asfaltare l’ominide croato trapiantato a Ferrara tra le recensioni entusiastiche degli esperti (…) è molto forte, ma visto che tutto sommato ha avuto modo di far danni solo a babbo morto e che da giugno si ritroverà in curriculum l’infamante voce “lanciato da Gigi Di Biagio” non mi sembra il caso di infierire ulteriormente… Audero ed il deludente Pau López sarebbero senz’altro candidature credibili, ma piuttosto che bocciare vorrei pungolare l’indiscusso potenziale di Alex: è arrivato il momento di compiere un salto di qualità e “prendersi” definitivamente la porta (già impadronirsi dell’area attorno ad essa aiuterebbe…) palesando maggior sicurezza, giacché al secondo anno non bastano più gli alibi sulle titubanze coi piedi (farsi scalzare nelle gerarchie da Ospina anche no…) o l’eccessiva timidezza nelle uscite. Pavido.


    Tomovic
    Adesso però non è che possa essere sempre vietato sparare sulla croce rossa: ringraziatemi pure per aver risparmiato Letica, ma su Nenad non posso esimermi. Visto che sotto sotto sono un inguaribile e/o romantico ottimista, mi sforzo di trovare un barlume di speranza al culmine dell’ennesima stagione (l’undicesima! Ci rendiamo conto?!...) da assoluto miracolato della categoria: sia la compagine proprietaria del cartellino che quella con cui ha centrato la terza retrocessione in carriera (complimenti vivissimi, a proposito) da settembre militeranno in cadetteria. Adesso ci sarebbe solo da confiscargli vita natural durante il passaporto serbo, ma confido nella solerzia dei burocrati di Kragujevac. Ad ogni modo, voglio spezzare una lancia a favore della sua stoica coerenza: sia in provincia che in piazze più ambiziose, da terzino o da stopper, in sistemi a quattro o con la retroguardia a cinque “mascherata”, tanto a uomo quanto a zona, Tomovic sa offrire una certezza granitica: fare schifo in egual misura. (Stoicamente) Inadeguato.


    Godin
    Tra le letture ipovedenti di un ispiratissimo Denswil ed i posizionamenti antologici di Murillo (la coppia con Colley entra di diritto negli annali tra le più ignoranti di sempre), passando a fatica tra i tronchi d’albero nomati Fazio e Musacchio o l’ectoplasmatico sbarco nella Capitale di Vavro il taccuino pullula di nomi, ma va detto che nessuno tra i succitati epigoni bonucceschi era giunto nel nostro torneo a miracol mostrare. Okkkkkey in rapporto alla carta d’identità era chiaro da mesi che il cammino verso la fase discendente fosse già avviato, okkkkey essere un baluardo nel cholismo e nel garracharruaismo è un altro mestiere, tanto quanto esserlo nella difesa a tre (citofonare Skriniar) e specie in rapporto agli spazi da coprire (chissà chi lo diceva in tempi non sospetti…), okkkkey a ben vedere il ruolino di marcia non è stato neanche così malvagio, ma se a conti fatti il ruolo di leader del pacchetto arretrato è costretto ad accollarselo De Vrij e l’ancor acerbo Bastoni sembra quantomeno metterci più voglia, forse qualche riflessione sul ricco triennale toccherebbe azzardarla. Appagato (?).


    Djidji
    Il subentro in corsa all’altrettanto imperito Lyanco (terza stagione in Serie A e terzo bilancio identico: sicuri sicuri ci sia tutto ‘sto talento da sgrezzare?...), nobilitato da una scivolata di rara idiozia per regalare alla Roma il rigore-vittoria e la susseguente certezza del quinto posto in graduatoria, è solo l’ultima perla inanellata in una stagione da film-horror, durante la quale è riuscito nella difficile impresa di peggiorare in ogni singola apparizione in campo. Certo, le scarse motivazioni hanno influito anche nelle brutte annate dei fu uomini mercato Izzo e Nkoulou (semplicemente da schiaffi l’atteggiamento con cui si è presentato al cospetto del Wolverhampton alla ricerca di una cessione neanche ottenuta), ma il nostro eroe può scagionarsi con un alibi inattaccabile e di rara solidità: suscitava disgusto sin dai tempi del Nantes. Lo stupro casalingo subito dall’Atalanta, in cui è assurto al supremo rango di prezioso birillo per le esercitazioni sugli schemi triangolanti degli avversari increduli, e le scintillanti performances contro il Lecce (colmi di gratitudine, i dirigenti giallorossi hanno cercato di portarselo in Puglia nella parentesi invernale del mercato) sopravviveranno ad imperitura memoria nei manuali di goffaggine prestata allo sport. Abba(gl)iante.


    Barreca
    Perdonate il mio cuore da tifoso sfinito, ma stendere un velo pietoso sugli imbarazzanti interpreti che si sono alternati lungo entrambe le fasce blucerchiate (persino il già non irreprensibile Bereszynski ha palesato un tracollo verticale di discreta consistenza) è un obbligo morale che mi preme assolvere in doveroso silenzio. E se a destra i vari Zappacosta, Calabria, Mbaye e Dogjan non si sono lasciati oscurare da quel che combinavano a sinistra i sempre più talentuosi Biraghi e Pezzella (anche a Parma c’era il modulo ideale per le sue caratteristiche, visto mai si tratti semplicemente di una sega?...), scelgo di premiare questo misterioso virgulto, le cui potenzialità nascoste (bene, non c’è che dire) sono celebrate da circa un lustro tanto sui media quanto tra gli entusiasti addetti ai lavori. Un consiglio aggratis voglio però darglielo: visto che difficilmente il Genoa eserciterà il diritto di riscatto alla folle cifra pattuita in estate, il ragazzo farebbe bene ad approfittare di questi ultimi allenamenti in maglia rossoblu per imparare un paio di rudimenti del mestiere da quel Criscito che anche con il bastone della vecchiaia tra le mani tremanti se lo porterebbe a scuola, sarebbe brutto a venticinque anni da poco compiuti dare prematuramente ragione a qualche ingrato che in passato aveva individuato nei procuratori alternatisi all’interno del suo entourage di rappresentanza i veri fenomeni… Sgonfiato.


    Badelj
    Le doverose menzioni d’onore per Schöne e Biglia non possono relegare in secondo piano l’anonimo ritorno a Firenze di Milan, presunto fiore all’occhiello della nuova-vecchia gestione di Pradé. Sulla carta doveva essere il fulcro di un nuovo-vecchio impianto di gioco basato sul palleggio basso e la gestione dei ritmi in mediana riproposti dal nuovo-vecchio allenatore Montella, in realtà eccettuata l’effimera seppur convincente affermazione in quel di San Siro ai danni dei rossoneri si è stati costretti a supportare un atleta lento, troppo spesso avulso dalla manovra ed in palese e costante difficoltà aerobica in fase di ripiegamento. Facile dirlo col senno di poi, ma il fragoroso fallimento alla Lazio doveva far drizzare qualche antenna tra i vertici dirigenziali; per giunta, da che calcio è calcio le minestre riscaldate offrono quasi sempre un sapore poco appagante. (Troppo) vecchio? Diciamo poco nuovo.


    Ramsey
    I sospetti della vigilia nutriti al fresco degli ombrelloni hanno confermato pedissequamente alla prova del rettangolo verde la propria legittimità di sussistenza: i Campioni d’Italia son rimasti la squadra da battere, ma il centrocampo è sembrato un reparto poco affidabile e (soprattutto) mal costruito, anche in funzione del tecnico a cui si era deciso di affidare l’organico. Se agli occhi di chi scrive l’etereo contributo di Rabiot non ha regalato sorpresa alcuna (calciatori mediocri e limitati garantiscono un impatto mediocre e limitato, sotto questo punto di vista siamo ai confini con la tautologia: tutti contenti, tranne il cassiere che gli elargisce uno stipendio tragicomico), il gallese nel post-covid è riuscito a regredire nuovamente allo stato semi-larvale in cui era rimasto invischiato praticamente sino alle trasferte di Mosca e Ferrara, e non è che in quei due mesetti scarsi a cavallo tra i succitati appuntamenti si fosse intravisto chissà quale concreto segnale di ripresa, tanto da costringere Sarri a panchinarlo nuovamente dopo un’oretta raccapricciante contro il Parma. Imbolsito.


    Lozano
    L’etichetta di investimento più cospicuo dell’era De Laurentiis, suggellata da una richiesta specifica di un altro flop eclatante (Carletto, con stima incondizionata, ma all’ombra del Vesuvio ne hai azzeccata mezza ad essere generosi, nonostante la grancassa ti abbia accompagnato lungo sviolinate abbastanza ingiustificate già analizzando senza paraocchi ideologici l’avventura dell’anno precedente…) ha costituito una zavorra insostenibile per le esili spalle di Hirving, il quale al di là del carente apporto prestazionale è sembrato spaesato e per nulla inserito nell’ambiente circostante, poco idoneo al contesto tattico e incapace finanche di reggere i contrasti. Taluni flebili cenni di riscatto con Gattuso si sarebbero anche percepiti (con l’ausilio di un lumicino, sia chiaro), ma se ad Insigne e Politano i vertici partenopei sembrano intenzionati ad affiancare profili che ne ridurrebbero ulteriormente la centralità nel progetto futuro, probabilmente è necessario rimboccarsi le maniche e cercare un altro trampolino da cui lanciarsi. Leggerino.


    Verdi
    Pensi a Suso, Chiesa, Boateng o il troppo spesso ornamentale Paqueta e ti prudono i polpastrelli, pronti ad aggredire la tastiera per celebrarne le gesta con dovizia di particolari, eppure l’emblema della fallimentare stagione granata merita di diritto un posto da titolare in questa carrellata di fiaschi più o meno involontari, una casella magari da condividere con un proprietario dai tempi di reazione letargici, lungimirante nell’avallare lo scempio di presentarsi sul tanto agognato palcoscenico europeo con una compagnia di attori rabberciata tra turnisti svogliati e/o logorati dalle tournée teatrali appena concluse. Il vero capolavoro è stato concluderne l’acquisto a qualificazione ormai compromessa, dopodiché il fu “rinforzo imprescindibile per le ambizioni di scudetto del Napoli, sempre che l’ottuso integralista lo faccia giocare” (cit.) ci ha messo orgogliosamente del suo, pescando a piene mani dal peculiare repertorio di giocate neanche sgradevoli sul piano estetico, ma tremendamente inefficaci ogniqualvolta il livello tecnico ed agonistico si innalza. Abulico.


    Kluivert
    Citazione “sineddotica”, nel senso che ci sarebbe spazio per l’intera batteria di trequartisti, ali vere o presunte, esterni a piede invertito e non, insomma per tutta quella roba indefinita con la casacca giallorossa sulle spalle che aveva (in teoria) il compito di agevolare la totemica presenza del povero Dzeko, unico vero fuoriclasse di cotanta spuntata combriccola malgrado ai tempi qualche genio lo definisse “un paracarro che toglie spazio ai grandi talenti del vivaio: fate giocare Sadiq!!!” (chiedo venia, ma sulle minchiate roboanti ho una memoria da elefante, oltre che suscettibile). Metti idealmente insieme i numeri dei vari Perotti, Pastore, Under o lo stesso Perez e ti accorgi che l’unica alternativa credibile al lungodegente Zaniolo si è rivelata essere un armeno in odore di bollitura, arrivato quasi per caso e come soluzione-tampone nelle ultime ore dell’ennesima sessione di mercato confusionaria. Tra le linee di questo scenario surrealistico, invero desolante, l’olandese è riuscito a ritagliarsi uno squarcio di inconsistenza ragguardevole, aleatorio quanto la rimonta firmata da Alenichev e Bartelt ai danni della penultima Fiorentina di Batistuta. Impalpabile.


    Balotelli
    Non scomodatevi, conosco e per certi versi condivido l’obiezione appena balenata nelle vostre menti: è pleonastico setacciare l’intero panorama continentale per riscontrare qualcosa di raccapricciante almeno quanto l’evoluzione di Pitalek nel corso della sua definitiva consacrazione, a seguito di una stagione che qualche incompetente osservatore aveva bollato come episodica. Sono con voi, fratelli, davvero. Ma avreste il coraggio di tacere sull’ulteriore tappa verso l’anonimato di questo bluff scambiato per calciatore (e già qui ci starebbero bene le risate d’ordinanza in sitcom style) di grande spessore tecnico? Purtroppo per lui gli avversari diretti da affrontare non si chiamano sempre Badstuber… Sopravvalutato (si spera per l’ultima volta).


    Allenatore: Anche in questo caso le candidature fioccano come se nevicasse, tra le macerie di Ancelotti ed il naufragio belgiochista dei vari Andreazzoli, Di Francesco e Montella, eppure tocca fare un nome più rombante: Marco Giampaolo. Ci sarebbe tanto da dire ed analizzare, ma mi limito ad osservare con un pizzico di rammarico (umanamente non meritava tanto astio: ricordo che il fantasmagorico Milan che tremare il mondo fa con il suo imprescindibile Ibrahimovic da scudetto chiuderà al sesto posto, distanziato quindici punti dalla zona-Champions, e soltanto perché Lazio & C. hanno frenato di botto…) che un suo fallimento in una piazza come Milano era prevedibile quanto una gomitata di benvenuto a Frosinone.

    Edited by Baciccia_Samp - 2/8/2020, 16:23
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    CITAZIONE (Pesser @ 29/7/2020, 21:08) 
    In tutto ciò perché Baciccia vuole Bocelli morto?

    Beato te, non hai seguito il convegno negazionista al Senato (!!!!) di quella manica di imbecilli...


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    A proposito di migliori allenatori pound for pound di questo campionato, sono francamente sconcertato (in senso positivo, s'intende) dalla stagione del Lecce di Liverani: comunque vada domenica sera, per me hanno realizzato un autentico miracolo sportivo, cercando con coraggio talvolta addirittura eccessivo (stava capitando di nuovo ieri, ma di fatto a Bologna nei minuti di recupero hanno perso il punticino che oggi li separa dal Genoa riversandosi interamente in avanti alla ricerca della vittoria) persino di proporre nell'arco del torneo qualche trama di gioco interessante, al netto degli oggettivi limiti di un roster inadeguato per la categoria. Peraltro, pur detestando i ragionamenti controfattuali (poveri nonni, ma anche poveri flipper), senza interruzione avrebbero seriamente rischiato di farcela in anticipo, giacché a febbraio (quando è arrivata la prima vittoria - ! - in casa, e stiamo parlando del girone di ritorno inoltrato: questo la dice lunghissima sulla qualità degli interpreti a disposizione...) avevano trovato una quadratura ed uno stato di forma sbertucciati sì da Atalanta e Roma (uniche due squadre tra le prime sette classificate che sono riusciti a batterli sia all'andata che al ritorno, totalizzando un agile bottino pieno negato con fierezza alle altre), ma senz'altro sufficienti per rivaleggiare con dirette contendenti dal livello tecnico ed agonistico piuttosto imbarazzante. A corollario della possibile impresa, i giallorossi si sono tolti lo sfizio di togliere punti a Juventus, Inter, Lazio, Milan, Napoli, Sassuolo e Fiorentina: touché
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    A mio modesto avviso va sviluppato nel ruolo di trequartista, ovviamente nella versione "taliscante" e non certo "sneijderiana", infatti il modulo perfetto per lui sarebbe il 4-2-3-1 partendo alle spalle del centravanti di turno per puntare la porta ed attaccare l'area (giammai spalle al bersaglio grosso; tanto per esser chiari, da raccordo centrale nel 4-3-1-2 già sarebbe una forzatura), magari imparando a sfruttare maggiormente il fisico anche nel gioco aereo "in corsa" sull'attacco agli spazi per vie centrali. Mezzala boh, francamente non intravedo il senso tattico e la predisposizione naturale necessaria, posto che a quell'età si fa in tempo ad imparare; in quest'ottica sgombrerei il campo dal forzatissimo accostamento facilone con Kulusevski, figlio della fuorviante semplificazione mediatica "quasi coetanei, entrambi centrocampisti offensivi, entrambi mancini, entrambi ben strutturati fisicamente, entrambi dotati di strappo nel lungo in campo aperto", visto che mi sembrano calciatori abbastanza diversi nonostante le suddette similitudini
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    Ti dirò Raptor, questo è un altro aspetto che mi puzza di farsa, o meglio di rattoppo per nascondere le reali motivazioni alla base del mancato accordo tra le parti. Rangnick nell'ultimo decennio ha fatto l'allenatore per poco più di un centinaio di partite, per giunta solo due stagioni intere, stiamo parlando per intenderci di una trentina di mesi mal contati. In un decennio, ripeto... Peraltro con un quaranta percento circa di incarico su di una panchina trascorso in una serie cadetta... A mio modesto avviso, la realtà è molto più banale, e magari meno romantica della favola pseudo-meritocratica adesso snocciolata a favore dei media sulla conferma di Pioli dovuta esclusivamente al suo (oggettivamente ottimo) lavoro: il progggggetttto ggggggiovane è 'na roba seria e non uno slogan che s'improvvisa dall'oggi al domani, ammesso e assolutamente non concesso che fosse adatto e compatibile con il (giustamente) ambizioso ambiente rossonero (per me no, ma è un altro discorso). Una volta comunicatogli in dettaglio il budget disponibile (senz'altro inferiore a quanto previsto nel pre-covid, ma le mie sono soltanto illazioni), sia per il mercato in entrata sia per gli aspetti davvero fondamentali, ossia quelli legati agli investimenti in prospettiva su tutto il pacchetto necessario (rete di scouting capillare, strutture logistiche, tessitura di rapporti con società operanti sul globo in Aspire Academy style, potenziamento del settore giovanile e altre robette che nel suddetto slogan propagandistico nessuno aveva specificato...), il tedesco avrà declinato l'invito, avendo per giunta le spalle coperte dal suo attuale rapporto di lavoro. Poi per carità, ognuno di noi è libero di credere alla favoletta del dittatore teutonico offeso dal fatto che non potesse fare l'allenatore, in effetti non ha mai ricoperto il ruolo di direttore tecnico con un altro assiso in panca...
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